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SuperOtiumNapoli
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In occasione di OpenHouse 2019 abbiamo invitato per una micro residenza Bianca Felicori, giornalista, esperta di comunicazione e, fra le altre, ideatrice, del progetto Forgotten Architecture.
La residenza diventa l’occasione per farci guidare da Bianca alla scoperta di un grande archivio condiviso di architettura dimentica insieme ad altri ospiti che si andranno ad aggiungere.
Infatti in occasione della residenza è previsto un incontro informale per allargare la mappa e approfondire i luoghi già mappati.
Forgotten Architecture non ha regole prestabilite, ma soprattutto è un progetto di pura e genuina condivisione. Il gruppo parte da una prima interpretazione del termine: Forgotten non va frainteso con abbandonato o scarsamente curato, ma ha varie sfumature. Forgotten è l’architettura di un grande maestro dimenticata, è l’opera di un architetto minore mai considerata, è la piccola chiesa dell’archistar mai studiata all’università e così via.
Lavorando tra il documentario e l’immaginario, Škarnulytė realizza film e installazioni coinvolgenti che esplorano il tempo profondo e le strutture invisibili, dal cosmico e geologico all’ecologico e politico. La nonna cieca di Škarnulytė tocca delicatamente la statua di un dittatore sovietico. Rilevatori neutrini e particolari collisori misurano il cosmo con l’architettura ultraterrena. Le specie post-umane nuotano attraverso i tunnel sottomarini sopra il Circolo Polare Artico e strisciano attraverso le faglie tettoniche nel deserto mediorientale.
Vincitrice della decima edizione del prestigioso Future Generation Art Prize 2019, Škarnulytė rappresenta la Lituania alla XXII triennale di Milano ed è stata inserita nel Baltic Pavilion alla Biennale di Architettura di Venezia del 2018. Con le mostre personali al CAC di Vilnius nel 2015 e alla Kunstlerhaus Bethanien di Berlino nel 2017, ha partecipato a mostre collettive al Ballroom Marfa, al Museo d’Arte di Seoul, alla Fondazione Kadist e alla Prima Biennale di Riga. Tra i suoi numerosi premi figurano il Kino der Kunst Project Award, Monaco di Baviera (2017); il Premio Artista della Fondazione Banca di Risparmio DNB (2017) e il Premio Nazionale d’Arte Lituana per Giovani Artisti (2016). Si è laureata all’Accademia d’Arte di Brera a Milano e ha conseguito un master presso l’Accademia d’Arte Contemporanea di Tromsø.
I suoi film sono stati proiettati alla Serpentine Gallery, nel Regno Unito, al Centre Pompidou, in Francia e in numerosi festival cinematografici tra cui Rotterdam, Busan e Oberhausen. È una delle fondatrice e attualmente co-dirige il Polar Film Lab, un collettivo per la pratica cinematografica analogica con sede a Tromsø, in Norvegia, ed è membro del duo di artisti New Mineral Collective, recentemente commissionato per un nuovo lavoro dalla First Toronto Biennial.
Durante la sua residenza, Emilija esplorerà la Napoli subacquea e sotterranea per la produzione del suo ultimo progetto e presenterà i suoi lavori attraverso studio visit e una tavola rotonda.
la prima residenza d’artista dell’anno 2021 negli spazi di SuperOtium che si terrà dal dal 15 al 28 febbraio 2021
A un anno dal primo lockdown scattato in Italia a causa dell’emergenza da coronavirus, la fotografa Giovanna Silva torna a Napoli, quarta tappa dopo Milano, Genova e Roma, per una residenza alla riscoperta di una città fiera del suo fascino architettonico e urbanistico, e allo stesso tempo protagonista di un cambiamento che sta segnando il modo di vivere e attraversare tutte quelle metropoli con la più alta densità di popolazione in Italia.
“Siccome non posso più viaggiare all’estero, sto considerando un libro che unisca le mie passeggiate architettoniche per le città d’Italia.
Il mio interesse è architettonico, ma anche esplorativo e performativo, scatto le foto con l’i-phone, questo non per mancanza di una macchina fotografica, ma proprio perchè l’i-phone ti permette di essere più discreta e immediata.
Realizzo fotografie seguendo i percorsi e i consigli delle persone che intervisto, creando e seguendo una “mappa” di storie che mi permettano di conoscere meglio la città.”
Quella delle “storie da raccontare sulla città di Napoli”, per il modo ambivalente in cui viene spesso percepita e fruita da chi la visita e la abita, è una delle tematiche che ha appassionato negli ultimi anni Lorenzo Xiques, giovane curatore e attivista queer sul territorio napoletano, di cui ricordiamo l’ultima mostra “Vendi Napoli e poi Muori” ispirata all’omonimo romanzo di Gennaro Ascione” tenutasi alla Galleria Fonti.
“Il modo di attraversare e vivere la città, in particolare quella di Napoli, è molto diversa a seconda che tu sia una persona queer oppure appartenente alla società cisnormata.
Le comunità Queer, o in generale quelle oppresse dal sistema patriarcale, hanno da sempre dovuto individuare e creare luoghi e percorsi “SAFE” nei quali poter vivere liberamente le proprie identità. Questi sono luoghi e storie che spesso non vengono battute (né su strada né sulla macchina da scrivere) dalle persone che arrivano sul territorio, in quanto luoghi nascosti per loro natura oppure perchè volutamente censurati.”
L’incontro tra Giovanna Silva e Lorenzo Xiques diventerà l’occasione per un laboratorio di ricerca che manderà i due attori in avanscoperta per la città di Napoli, alla ricerca di luoghi e storie – in un periodo contraddistinto dalle restrizioni dovute dalla “zona Gialla” imposta dal DPCM – e di nuove suggestioni e rivelazioni utili alla restituzione di una “mappa” per immagini della città post pandemica.
Quello del 2020-21, l’anno della pandemia, sarà un anno che sarà ricordato soprattutto per immagini, e la loro capacità di raccontare le storie – o i silenzi – che l’hanno segnato.
Il progetto ultimato sarà presentato il giorno 27 febbraio alle ore 16 in conclusione della residenza dell’artista.
Durante la residenza sarà possibile incontrare Giovanna Silva prenotandosi per gli studio visit.
La residenza è realizzata con la collaborazione SuperOtium, che, nella sua veste di spazio di residenza ospiterà le artiste, sarà studio/laboratorio del loro lavoro e contribuirà alla costruzione del programma dell’edizione partenopea.
La tappa napoletana del progetto, s’ispira al Grand Tour, inteso come pratica di formazione e produzione artistica sulle orme della tradizione dei viaggi compiuti da intellettuali e artisti tra 700 e 800.
Le tematiche legate all’esplorazione di luoghi sconosciuti diventano così occasione d’incontro e il migrare acquisisce una connotazione positiva, diventando sinonimo di scambio, di quell’intreccio con il diverso che porta a un arricchimento e a un ampliamento della conoscenza. L’intento è raccontare l’Italia attraverso lo sguardo di alcuni selezionati artiste e artisti che, attraverso la propria opera che consiste nella realizzazione di un vero e proprio diario di viaggio, esprimono le impressioni ricevute da una specifica area geografica con la sua gente, la sua cultura e il suo patrimonio storico – artistico.
Le protagoniste di questa residenza, tutta al femminile, sono: Simona Da Pozzo, Serena Fineschi, Stefania Mazzola.
Le artiste, approfitteranno della residenza e dell’incontro con le realtà della città partenopea per realizzare nuove opere, sotto forma di un progetto in-progress con disegni, immagini, sculture e quaderni d’artista.
Alle artiste in residenza si aggiungeranno le artiste in visita: Maura Banfo, Sophie Ko, Valeria Manzi, Concetta Modica, oltre al contributo di Giuseppina Giordano in corrispondenza con il Giappone.
La residenza, che inizierà l’8 marzo e impegnerà le artiste in una serie di workshop e incontri che si concluderanno il 14 marzo con una speciale notte bianca.
Le tracce del lavoro prodotto durante la residenza troveranno spazio, grazie alla collaborazione con MetroArt/ANM di Napoli, in quattro spazi pubblicitari in altrettante fermate della metropolitana in dialogo con il disegno delle stazioni dell’arte. Una preview di quella che poi sarà l’esposizione finale.
Nel contesto del programma Espacios Ocupados, in occasione dei 30 anni dell’Istituto Cervantes, il programma di residenze di SuperOtium presenta Misurare l’immisurabile, una residenza di ricerca dell’artista Cilena Paz Ortúzar per un confronto con la città, attraverso esplorazioni e scambi con le persone e le realtà locali, sul tema, da lei portato avanti, dei sistemi di misurazione, intesi come un’imposizione autoritaria, fatta di inamovibili infrastrutture e verità, dove l’imprecisione diviene un’azione di disobbedienza eretica. La residenza terminerà con una restituzione pubblica della ricerca dell’artista in forma di tavola rotonda aperta.
Programma della residenza:
Nei giorni 4, 5, 6 e 7 novembre tour esplorativi, incontri con referenti del mondo culturale, e pianificazione delle azioni nello spazio pubblico.
8, 9, 10, 11 e 12 novembre azioni nello spazio pubblico inerenti la ricerca dell’artista e portfolio review su appuntamento.
10 novembre incontro pubblico di restituzione aperto alla città, su prenotazione con ospite locale da confermare.
Dice l’artista: “Durante gli ultimi due anni, ho fatto ricerche sul sistema metrico decimale e sulla rilevanza che ha come infrastruttura sottostante che permette la persistenza del capitalismo selvaggio in cui siamo immersi.
Il sistema metrico decimale è stato creato in Europa nel XIX secolo, da lì è stato imposto alle sue colonie e poi al resto del mondo. Questo ha causato la scomparsa di una molteplicità di sistemi di misurazione specifici di ogni città o villaggio, che erano anche legati a particolari credenze spirituali. Una volta imposto il sistema metrico, anche queste credenze furono svuotate, dando il potere assoluto al cattolicesimo che regnava nella maggior parte dei paesi dell’Europa occidentale. In questo modo, il sistema metrico e il cattolicesimo imposero un monoteismo che annientò qualsiasi tipo di paganesimo sia nella scienza che nel regno spirituale.
Considerando questa relazione tra misurazione e divinità, c’è una forte connessione tra alcuni degli oggetti, simboli e azioni compiute dalla religione cattolica intorno all’ostia consacrata per la comunione e la manipolazione, la pulizia e l’esposizione del prototipo del chilogrammo di platino-iridio, anche comunemente chiamato The Big K.
Napoli è stata una delle città europee che ha resistito all’uso standardizzato del sistema metrico decimale, mantenendo le sue misure (erano molte e molto diverse) per molti anni anche se l’Italia era uno dei paesi originali che hanno firmato la Convenzione metrica. Inoltre, Napoli è ancora una delle città con più chiese cattoliche al mondo. Questi fatti fanno di Napoli una strana miscela, uno spazio divergente con una forte tensione tenuta da queste due istituzioni verticali.
Il mio progetto consiste in un pellegrinaggio di diversi giorni visitando le più importanti chiese cattoliche di Napoli. Durante queste visite e passeggiate, eseguirò una serie di semplici azioni che intrecciano alcuni dei simboli e dei riti legati al cattolicesimo e i sistemi di misurazione.”
Paz Ortúzar, è artista visiva e ricercatrice cilena interdisciplinare, con una pratica di scrittura e traduzione. La sua ricerca si concentra su credenze, femminismo e la standardizzazione egemonica della conoscenza nei territori colonizzati. Attraverso la sua pratica cerca di comprendere e mettere in discussione le verità fisiche, culturali e spirituali. Laureata in Belle Arti e in Estetica dell’arte latino-americana (PUC, Cile), ha conseguito un Master in Belle Arti con un focus interdisciplinare (UPENN, USA) e un Advanced Master in Artistic Research in a Socio-Political Context (Sint Lucas Antwerp, Belgio). Il suo lavoro è stato esposto a Fjord Gallery, Philadelphia e The Arnold and Sheila Aronson Galleries, New York (USA); MUCHA, Mendoza (AR); FRANZ JOSEP KAI 3, Vienna (AT); Goethe Institute, Salvador (BR); Galería Gabriela Mistral a Santiago (CL) e RAAT, Antwerp (BE) tra gli altri.
SuperOtium, spazio di art-residency per le culture contemporanee, che curerà la residenza e si occuperà dell’accoglienza e del tutoraggio dell’artista;
Ex-Voto, radical public culture, promotore del progetto, idea e realizza progetti incentrati su pratica e tema di socializzazione attiva e co-creazione, come strumenti di valorizzazione
Instituto Cervantes Nápoles, è l’istituzione creata dallo Stato spagnolo nel 1991 con l’obiettivo di promuovere l’insegnamento della lingua spagnola, diffondere la cultura spagnola ed ispanoamericana e partecipare allo sviluppo degli scambi culturali in tutto il mondo. Ha sede a Madrid ed a Alcalá de Henares città natale dello scrittore Miguel de Cervantes. L’Instituto Cervantes è presente in 88 città di 45 paesi nei quattro continenti.
Espacios Ocupados, Il progetto Misurare l’immisurabile fa parte del Programma Espacios Ocupados, iniziativa che cerca di sviluppare traiettorie in diverse direzioni che servano a relazionare artisti ispanofoni a contesti, attori culturali e luoghi in cui si trovano i centri della rete dell’Istituto Cervantes, con l’idea di avvicinare la pratica artistica e i suoi creatori ai cittadini del mondo.
Crediamo che sia il momento di puntare a progetti che incentivino le relazioni tra diversi, creando canali di comunicazione comuni e unendo le persone attraverso l’arte per lasciarsi sorprendere da situazioni in continua evoluzione. Mediante le residenze artistiche in luoghi precisi, sorgono altri modi di pensare e sentire per riuscire a comprendere e condividere quesiti e possibili risposte.
L’attività di residenza artistica affida all’artista vincitrice la missione di rispondere alla domanda “Qual è la tua visione futura della Napoli contemporanea?”. Questo interrogativo sarà il leitmotiv che guiderà le varie attività previste durante la residenza che porteranno l’artista ad esplorare il territorio partenopeo ed immaginarlo con uno sguardo verso il futuro, provando a risolvere le criticità contemporanee.
Sevana Holst, artista vincitrice, dichiara:
“Durante la mia permanenza a SuperOtium, vorrei concentrare la mia ricerca su un aspetto specifico della città: dove si colloca e qual è il ruolo della Parola all’interno dello spazio pubblico?” . Oggi la parola viene usata come strumento per il consumismo (vedi pubblicità) e per imporre dei limiti (vedi segnaletica e divieti). Esiste, dunque, uno spazio dove essa possa esistere per nessun altro scopo se non la sua bellezza?
Il mio progetto parte dall’osservazione e dall’esplorazione della città con l’obiettivo di espandere o creare un nuovo spazio dove la Parola possa esistere per sé nella Napoli contemporanea”.
Sevana Holst, è una scrittrice e poetessa visiva franco-americana che esplora i limiti e l’estetica del linguaggio sperimentando la poesia visiva e concreta, ispirandosi a poetesse come Susan Howe, Paula Claire e Giulia Niccolai. Holst ha studiato Storia alla Sorbona e Studi Persiani all’INALCO (Institut National des Langues et Civilisations Orientales), iniziando la sua vita professionale come traduttrice e scrittrice indipendente collaborando con teatri e artisti a Parigi. Attraverso il suo lavoro, unisce sia il regno visivo che quello letterario, alla ricerca di una completa desacralizzazione sia del testo sia dell’immagine.
Silent Art Explorer (SAE), è un progetto privato a supporto dei talenti emergenti dell’arte co-fondato dal collezionista emergente Giulio Raffaele e da Aurora Rossini, professionista della comunicazione. L’attività di SAE si concentra sul lavoro delle artiste e degli artisti emergenti e sul ruolo del collezionista come sostenitore di progetti artistici – al di là dell’acquisto di opere d’arte. Al sostegno dei talenti creativi, SAE unisce l’obiettivo di supportare i talenti che svolgono professioni legate al settore arte e cultura, nonché facilitare scambi di valore all’interno dell’ecosistema professionale.
Associazione culturale ReA Arte, fondata da un gruppo di giovani imprenditrici della cultura a gennaio 2020, è l’organizzatore di ReA! Art Fair. La manifestazione annuale, che si svolge nella sede milanese della Fabbrica del Vapore, ha come obiettivo quello di superare il modello tradizionale di fiera, supportando − in un mercato sempre più sfidante − vendite trasparenti, affiancate da un’adeguata rappresentazione e un giusto valore delle opere. ReA! Art Fair crea un dialogo tra nuovi meritevoli talenti, i collezionisti, il pubblico e numerose istituzioni nazionali e internazionali, con lo scopo di promuovere talenti emergenti – tramite assegnazione premi, organizzazione delle mostre personali e di gruppo e pubblicazione dei cataloghi.
VisualcontainerTv International Videoart webchannel, curato da Alessandra Arnò, dal 2009 presenta progetti e festival di videoarte curati da curatori e direttori di festival, interviste e programmi monografici da tutto il mondo. E’ un grande e rinomato progetto culturale rivolto agli amanti della videoarte, agli studenti, ai curatori e a tutto il pubblico, un luogo dove trovare la migliore selezione di videoarte gratuitamente e a scopo culturale. Il progetto mira a diffondere le ricerche più fresche e recenti nel panorama della videoarte sotto la cura di visualcontainer e molti altri partner in tutto il mondo in una visione d’insieme.
Vegapunk è uno spazio&tempo di condivisione di pratiche artistiche gestito da artisti. È un’estensione della pratica artistica di Simona Da Pozzo nel campo della curatela guidata da curiosità estemporanee. Il focus è sulla pratica artistica come un processo sia intellettuale che fisico guidato dal dialogo (tra persone, formati, discipline). Vegapunk tende a costruire collaborazioni con artisti il cui discorso si estende oltre la cornice artistica per includere ricerche legate al mondo, anche in senso sociale e politico. L’attenzione al rapporto tra spazio e tempo, sia in senso fisico che estetico, porta Vegapunk a privilegiare progetti basati sul tempo e a definire Vegapunk come un’artista che gestisce spazio e tempo. Vegapunk è un progetto nato nell’ambito delle attività di www.ex-voto.org.
La nostra home gallery si arricchisce ad ogni incontro, residenza e collaborazione di opere in conto vendita o da visionare. Quello che accomuna tutte le opere scelte è la capacità di stimolare nell’osservatore la ricerca di nuovi punti di vista con cui guardare Napoli ma non solo.
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