In occasione di OpenHouse 2019 abbiamo invitato per una micro residenza Bianca Felicori, giornalista, esperta di comunicazione e, fra le altre, ideatrice, del progetto Forgotten Architecture.
La residenza diventa l’occasione per farci guidare da Bianca alla scoperta di un grande archivio condiviso di architettura dimentica insieme ad altri ospiti che si andranno ad aggiungere.
Infatti in occasione della residenza è previsto un incontro informale per allargare la mappa e approfondire i luoghi già mappati.
Forgotten Architecture non ha regole prestabilite, ma soprattutto è un progetto di pura e genuina condivisione. Il gruppo parte da una prima interpretazione del termine: Forgotten non va frainteso con abbandonato o scarsamente curato, ma ha varie sfumature. Forgotten è l’architettura di un grande maestro dimenticata, è l’opera di un architetto minore mai considerata, è la piccola chiesa dell’archistar mai studiata all’università e così via.
Lavorando tra il documentario e l’immaginario, Škarnulytė realizza film e installazioni coinvolgenti che esplorano il tempo profondo e le strutture invisibili, dal cosmico e geologico all’ecologico e politico. La nonna cieca di Škarnulytė tocca delicatamente la statua di un dittatore sovietico. Rilevatori neutrini e particolari collisori misurano il cosmo con l’architettura ultraterrena. Le specie post-umane nuotano attraverso i tunnel sottomarini sopra il Circolo Polare Artico e strisciano attraverso le faglie tettoniche nel deserto mediorientale.
Vincitrice della decima edizione del prestigioso Future Generation Art Prize 2019, Škarnulytė rappresenta la Lituania alla XXII triennale di Milano ed è stata inserita nel Baltic Pavilion alla Biennale di Architettura di Venezia del 2018. Con le mostre personali al CAC di Vilnius nel 2015 e alla Kunstlerhaus Bethanien di Berlino nel 2017, ha partecipato a mostre collettive al Ballroom Marfa, al Museo d’Arte di Seoul, alla Fondazione Kadist e alla Prima Biennale di Riga. Tra i suoi numerosi premi figurano il Kino der Kunst Project Award, Monaco di Baviera (2017); il Premio Artista della Fondazione Banca di Risparmio DNB (2017) e il Premio Nazionale d’Arte Lituana per Giovani Artisti (2016). Si è laureata all’Accademia d’Arte di Brera a Milano e ha conseguito un master presso l’Accademia d’Arte Contemporanea di Tromsø.
I suoi film sono stati proiettati alla Serpentine Gallery, nel Regno Unito, al Centre Pompidou, in Francia e in numerosi festival cinematografici tra cui Rotterdam, Busan e Oberhausen. È una delle fondatrice e attualmente co-dirige il Polar Film Lab, un collettivo per la pratica cinematografica analogica con sede a Tromsø, in Norvegia, ed è membro del duo di artisti New Mineral Collective, recentemente commissionato per un nuovo lavoro dalla First Toronto Biennial.
Durante la sua residenza, Emilija esplorerà la Napoli subacquea e sotterranea per la produzione del suo ultimo progetto e presenterà i suoi lavori attraverso studio visit e una tavola rotonda.
la prima residenza d’artista dell’anno 2021 negli spazi di SuperOtium che si terrà dal dal 15 al 28 febbraio 2021
A un anno dal primo lockdown scattato in Italia a causa dell’emergenza da coronavirus, la fotografa Giovanna Silva torna a Napoli, quarta tappa dopo Milano, Genova e Roma, per una residenza alla riscoperta di una città fiera del suo fascino architettonico e urbanistico, e allo stesso tempo protagonista di un cambiamento che sta segnando il modo di vivere e attraversare tutte quelle metropoli con la più alta densità di popolazione in Italia.
“Siccome non posso più viaggiare all’estero, sto considerando un libro che unisca le mie passeggiate architettoniche per le città d’Italia.
Il mio interesse è architettonico, ma anche esplorativo e performativo, scatto le foto con l’i-phone, questo non per mancanza di una macchina fotografica, ma proprio perchè l’i-phone ti permette di essere più discreta e immediata.
Realizzo fotografie seguendo i percorsi e i consigli delle persone che intervisto, creando e seguendo una “mappa” di storie che mi permettano di conoscere meglio la città.”
Quella delle “storie da raccontare sulla città di Napoli”, per il modo ambivalente in cui viene spesso percepita e fruita da chi la visita e la abita, è una delle tematiche che ha appassionato negli ultimi anni Lorenzo Xiques, giovane curatore e attivista queer sul territorio napoletano, di cui ricordiamo l’ultima mostra “Vendi Napoli e poi Muori” ispirata all’omonimo romanzo di Gennaro Ascione” tenutasi alla Galleria Fonti.
“Il modo di attraversare e vivere la città, in particolare quella di Napoli, è molto diversa a seconda che tu sia una persona queer oppure appartenente alla società cisnormata.
Le comunità Queer, o in generale quelle oppresse dal sistema patriarcale, hanno da sempre dovuto individuare e creare luoghi e percorsi “SAFE” nei quali poter vivere liberamente le proprie identità. Questi sono luoghi e storie che spesso non vengono battute (né su strada né sulla macchina da scrivere) dalle persone che arrivano sul territorio, in quanto luoghi nascosti per loro natura oppure perchè volutamente censurati.”
L’incontro tra Giovanna Silva e Lorenzo Xiques diventerà l’occasione per un laboratorio di ricerca che manderà i due attori in avanscoperta per la città di Napoli, alla ricerca di luoghi e storie – in un periodo contraddistinto dalle restrizioni dovute dalla “zona Gialla” imposta dal DPCM – e di nuove suggestioni e rivelazioni utili alla restituzione di una “mappa” per immagini della città post pandemica.
Quello del 2020-21, l’anno della pandemia, sarà un anno che sarà ricordato soprattutto per immagini, e la loro capacità di raccontare le storie – o i silenzi – che l’hanno segnato.
Il progetto ultimato sarà presentato il giorno 27 febbraio alle ore 16 in conclusione della residenza dell’artista.
Durante la residenza sarà possibile incontrare Giovanna Silva prenotandosi per gli studio visit.
La residenza è realizzata con la collaborazione SuperOtium, che, nella sua veste di spazio di residenza ospiterà le artiste, sarà studio/laboratorio del loro lavoro e contribuirà alla costruzione del programma dell’edizione partenopea.
La tappa napoletana del progetto, s’ispira al Grand Tour, inteso come pratica di formazione e produzione artistica sulle orme della tradizione dei viaggi compiuti da intellettuali e artisti tra 700 e 800.
Le tematiche legate all’esplorazione di luoghi sconosciuti diventano così occasione d’incontro e il migrare acquisisce una connotazione positiva, diventando sinonimo di scambio, di quell’intreccio con il diverso che porta a un arricchimento e a un ampliamento della conoscenza. L’intento è raccontare l’Italia attraverso lo sguardo di alcuni selezionati artiste e artisti che, attraverso la propria opera che consiste nella realizzazione di un vero e proprio diario di viaggio, esprimono le impressioni ricevute da una specifica area geografica con la sua gente, la sua cultura e il suo patrimonio storico – artistico.
Le protagoniste di questa residenza, tutta al femminile, sono: Simona Da Pozzo, Serena Fineschi, Stefania Mazzola.
Le artiste, approfitteranno della residenza e dell’incontro con le realtà della città partenopea per realizzare nuove opere, sotto forma di un progetto in-progress con disegni, immagini, sculture e quaderni d’artista.
Alle artiste in residenza si aggiungeranno le artiste in visita: Maura Banfo, Sophie Ko, Valeria Manzi, Concetta Modica, oltre al contributo di Giuseppina Giordano in corrispondenza con il Giappone.
La residenza, che inizierà l’8 marzo e impegnerà le artiste in una serie di workshop e incontri che si concluderanno il 14 marzo con una speciale notte bianca.
Le tracce del lavoro prodotto durante la residenza troveranno spazio, grazie alla collaborazione con MetroArt/ANM di Napoli, in quattro spazi pubblicitari in altrettante fermate della metropolitana in dialogo con il disegno delle stazioni dell’arte. Una preview di quella che poi sarà l’esposizione finale.
Nel contesto del programma Espacios Ocupados, in occasione dei 30 anni dell’Istituto Cervantes, il programma di residenze di SuperOtium presenta Misurare l’immisurabile, una residenza di ricerca dell’artista Cilena Paz Ortúzar per un confronto con la città, attraverso esplorazioni e scambi con le persone e le realtà locali, sul tema, da lei portato avanti, dei sistemi di misurazione, intesi come un’imposizione autoritaria, fatta di inamovibili infrastrutture e verità, dove l’imprecisione diviene un’azione di disobbedienza eretica. La residenza terminerà con una restituzione pubblica della ricerca dell’artista in forma di tavola rotonda aperta.
Programma della residenza:
Nei giorni 4, 5, 6 e 7 novembre tour esplorativi, incontri con referenti del mondo culturale, e pianificazione delle azioni nello spazio pubblico.
8, 9, 10, 11 e 12 novembre azioni nello spazio pubblico inerenti la ricerca dell’artista e portfolio review su appuntamento.
10 novembre incontro pubblico di restituzione aperto alla città, su prenotazione con ospite locale da confermare.
Dice l’artista: “Durante gli ultimi due anni, ho fatto ricerche sul sistema metrico decimale e sulla rilevanza che ha come infrastruttura sottostante che permette la persistenza del capitalismo selvaggio in cui siamo immersi.
Il sistema metrico decimale è stato creato in Europa nel XIX secolo, da lì è stato imposto alle sue colonie e poi al resto del mondo. Questo ha causato la scomparsa di una molteplicità di sistemi di misurazione specifici di ogni città o villaggio, che erano anche legati a particolari credenze spirituali. Una volta imposto il sistema metrico, anche queste credenze furono svuotate, dando il potere assoluto al cattolicesimo che regnava nella maggior parte dei paesi dell’Europa occidentale. In questo modo, il sistema metrico e il cattolicesimo imposero un monoteismo che annientò qualsiasi tipo di paganesimo sia nella scienza che nel regno spirituale.
Considerando questa relazione tra misurazione e divinità, c’è una forte connessione tra alcuni degli oggetti, simboli e azioni compiute dalla religione cattolica intorno all’ostia consacrata per la comunione e la manipolazione, la pulizia e l’esposizione del prototipo del chilogrammo di platino-iridio, anche comunemente chiamato The Big K.
Napoli è stata una delle città europee che ha resistito all’uso standardizzato del sistema metrico decimale, mantenendo le sue misure (erano molte e molto diverse) per molti anni anche se l’Italia era uno dei paesi originali che hanno firmato la Convenzione metrica. Inoltre, Napoli è ancora una delle città con più chiese cattoliche al mondo. Questi fatti fanno di Napoli una strana miscela, uno spazio divergente con una forte tensione tenuta da queste due istituzioni verticali.
Il mio progetto consiste in un pellegrinaggio di diversi giorni visitando le più importanti chiese cattoliche di Napoli. Durante queste visite e passeggiate, eseguirò una serie di semplici azioni che intrecciano alcuni dei simboli e dei riti legati al cattolicesimo e i sistemi di misurazione.”
Paz Ortúzar, è artista visiva e ricercatrice cilena interdisciplinare, con una pratica di scrittura e traduzione. La sua ricerca si concentra su credenze, femminismo e la standardizzazione egemonica della conoscenza nei territori colonizzati. Attraverso la sua pratica cerca di comprendere e mettere in discussione le verità fisiche, culturali e spirituali. Laureata in Belle Arti e in Estetica dell’arte latino-americana (PUC, Cile), ha conseguito un Master in Belle Arti con un focus interdisciplinare (UPENN, USA) e un Advanced Master in Artistic Research in a Socio-Political Context (Sint Lucas Antwerp, Belgio). Il suo lavoro è stato esposto a Fjord Gallery, Philadelphia e The Arnold and Sheila Aronson Galleries, New York (USA); MUCHA, Mendoza (AR); FRANZ JOSEP KAI 3, Vienna (AT); Goethe Institute, Salvador (BR); Galería Gabriela Mistral a Santiago (CL) e RAAT, Antwerp (BE) tra gli altri.
SuperOtium, spazio di art-residency per le culture contemporanee, che curerà la residenza e si occuperà dell’accoglienza e del tutoraggio dell’artista;
Ex-Voto, radical public culture, promotore del progetto, idea e realizza progetti incentrati su pratica e tema di socializzazione attiva e co-creazione, come strumenti di valorizzazione
Instituto Cervantes Nápoles, è l’istituzione creata dallo Stato spagnolo nel 1991 con l’obiettivo di promuovere l’insegnamento della lingua spagnola, diffondere la cultura spagnola ed ispanoamericana e partecipare allo sviluppo degli scambi culturali in tutto il mondo. Ha sede a Madrid ed a Alcalá de Henares città natale dello scrittore Miguel de Cervantes. L’Instituto Cervantes è presente in 88 città di 45 paesi nei quattro continenti.
Espacios Ocupados, Il progetto Misurare l’immisurabile fa parte del Programma Espacios Ocupados, iniziativa che cerca di sviluppare traiettorie in diverse direzioni che servano a relazionare artisti ispanofoni a contesti, attori culturali e luoghi in cui si trovano i centri della rete dell’Istituto Cervantes, con l’idea di avvicinare la pratica artistica e i suoi creatori ai cittadini del mondo.
Crediamo che sia il momento di puntare a progetti che incentivino le relazioni tra diversi, creando canali di comunicazione comuni e unendo le persone attraverso l’arte per lasciarsi sorprendere da situazioni in continua evoluzione. Mediante le residenze artistiche in luoghi precisi, sorgono altri modi di pensare e sentire per riuscire a comprendere e condividere quesiti e possibili risposte.
L’attività di residenza artistica affida all’artista vincitrice la missione di rispondere alla domanda “Qual è la tua visione futura della Napoli contemporanea?”. Questo interrogativo sarà il leitmotiv che guiderà le varie attività previste durante la residenza che porteranno l’artista ad esplorare il territorio partenopeo ed immaginarlo con uno sguardo verso il futuro, provando a risolvere le criticità contemporanee.
Sevana Holst, artista vincitrice, dichiara:
“Durante la mia permanenza a SuperOtium, vorrei concentrare la mia ricerca su un aspetto specifico della città: dove si colloca e qual è il ruolo della Parola all’interno dello spazio pubblico?” . Oggi la parola viene usata come strumento per il consumismo (vedi pubblicità) e per imporre dei limiti (vedi segnaletica e divieti). Esiste, dunque, uno spazio dove essa possa esistere per nessun altro scopo se non la sua bellezza?
Il mio progetto parte dall’osservazione e dall’esplorazione della città con l’obiettivo di espandere o creare un nuovo spazio dove la Parola possa esistere per sé nella Napoli contemporanea”.
Sevana Holst, è una scrittrice e poetessa visiva franco-americana che esplora i limiti e l’estetica del linguaggio sperimentando la poesia visiva e concreta, ispirandosi a poetesse come Susan Howe, Paula Claire e Giulia Niccolai. Holst ha studiato Storia alla Sorbona e Studi Persiani all’INALCO (Institut National des Langues et Civilisations Orientales), iniziando la sua vita professionale come traduttrice e scrittrice indipendente collaborando con teatri e artisti a Parigi. Attraverso il suo lavoro, unisce sia il regno visivo che quello letterario, alla ricerca di una completa desacralizzazione sia del testo sia dell’immagine.
Silent Art Explorer (SAE), è un progetto privato a supporto dei talenti emergenti dell’arte co-fondato dal collezionista emergente Giulio Raffaele e da Aurora Rossini, professionista della comunicazione. L’attività di SAE si concentra sul lavoro delle artiste e degli artisti emergenti e sul ruolo del collezionista come sostenitore di progetti artistici – al di là dell’acquisto di opere d’arte. Al sostegno dei talenti creativi, SAE unisce l’obiettivo di supportare i talenti che svolgono professioni legate al settore arte e cultura, nonché facilitare scambi di valore all’interno dell’ecosistema professionale.
Associazione culturale ReA Arte, fondata da un gruppo di giovani imprenditrici della cultura a gennaio 2020, è l’organizzatore di ReA! Art Fair. La manifestazione annuale, che si svolge nella sede milanese della Fabbrica del Vapore, ha come obiettivo quello di superare il modello tradizionale di fiera, supportando − in un mercato sempre più sfidante − vendite trasparenti, affiancate da un’adeguata rappresentazione e un giusto valore delle opere. ReA! Art Fair crea un dialogo tra nuovi meritevoli talenti, i collezionisti, il pubblico e numerose istituzioni nazionali e internazionali, con lo scopo di promuovere talenti emergenti – tramite assegnazione premi, organizzazione delle mostre personali e di gruppo e pubblicazione dei cataloghi.
VisualcontainerTv International Videoart webchannel, curato da Alessandra Arnò, dal 2009 presenta progetti e festival di videoarte curati da curatori e direttori di festival, interviste e programmi monografici da tutto il mondo. E’ un grande e rinomato progetto culturale rivolto agli amanti della videoarte, agli studenti, ai curatori e a tutto il pubblico, un luogo dove trovare la migliore selezione di videoarte gratuitamente e a scopo culturale. Il progetto mira a diffondere le ricerche più fresche e recenti nel panorama della videoarte sotto la cura di visualcontainer e molti altri partner in tutto il mondo in una visione d’insieme.
Vegapunk è uno spazio&tempo di condivisione di pratiche artistiche gestito da artisti. È un’estensione della pratica artistica di Simona Da Pozzo nel campo della curatela guidata da curiosità estemporanee. Il focus è sulla pratica artistica come un processo sia intellettuale che fisico guidato dal dialogo (tra persone, formati, discipline). Vegapunk tende a costruire collaborazioni con artisti il cui discorso si estende oltre la cornice artistica per includere ricerche legate al mondo, anche in senso sociale e politico. L’attenzione al rapporto tra spazio e tempo, sia in senso fisico che estetico, porta Vegapunk a privilegiare progetti basati sul tempo e a definire Vegapunk come un’artista che gestisce spazio e tempo. Vegapunk è un progetto nato nell’ambito delle attività di www.ex-voto.org.
Il lavoro di Martina Merlini, partendo dalla sua ricerca sul limite e sul suo superamento, sulla casualità contenuta in forme precisamente definite, sul razionale e l’irrazionale, a Napoli si confronterà con una profonda ricerca sul “vuoto” in una città dove il vuoto è qualcosa di lontano dall’esperienza quotidiana (visiva e percettiva) e di cui spesso si ha paura.
L’11 gennaio l’artista presenterà una selezione dei suoi lavori nella mostra Amor Vacui.
La mostra sarà l’occasione per conoscere il lavoro dell’artista e per poter partecipare alla mappatura dei luoghi a cui sono legate esperienze vissute, memorie, emozioni, che rappresentano un “vuoto” da cui Martina Merlini produrrà un nuovo lavoro guidata dall’artista Teresa Cervo, per l’uso della cartapesta, ed affiancata dal laboratorio collettivo di ceramica Cerasa.
Per promuovere l’incontro fra la comunità creativa a Napoli e chi arriva da fuori, abbiamo invitato a collaborare una fitta rete di realtà legate al mondo dell’arte della cultura: Altofest (festival interazionale di live art in stretto contatto con gli abitanti i cui spazi privati divento il luogo in cui si svolgono e sviluppano le performance), Attiva Cultural (che sviluppa progetti legati alla diffusione e promozione dell’arte contemporanea come gli Art Days – Napoli Campania ed il Magazine Ōpēra), l’Arsenale di Napoli (startup culturale che genera un Museo della Cultura e delle Arti Immateriali di Napoli e della Campania), Open House Napoli (format originale che permette ai cittadini di scoprire architetture e tematiche del passato, del presente e del futuro della città), Silent Art Explorer (progetto di promozione e supporto dell’arte contemporanea e dei lavoratori dell’arte) Studio Cervo (studio degli artisti Erika Nevia Cervo e Fabrizio Cicero che si apre e si incontra con la città attraverso l’organizzazione di mostre e progetti), Underneath the Arches/AquaAugusta (programma di arte contemporanea site specific nel sito archeologico dell’acquedotto di età augustea, nell’area di Borgo Vergini-Sanità).
Durante la sua residenza l’artista interrogherà le persone, che parteciperanno alle diverse attività o con cui entrerà in contatto, chiedendo loro di condividere indicazioni di luoghi, esperienze vissute, memorie, emozioni, che rappresentano un vuoto.
Nel suo soggiorno napoletano l’artista presenterà alcuni suoi lavori, incontrerà la scena artistica e creativa locale ed esplorerà il territorio alla ricerca del “vuoto”. Durante la sua presenza sarà inoltre possibile fare degli studio visit su appuntamento per visionare il suo portfolio e conoscere meglio i suoi lavori e la sua ricerca.
BIO
Martina Merlini, nata nel 1986 a Bologna, è un’artista italiana che vive e lavora a Milano.
Il suo lavoro parte dall’influenza della grafica anni ’60 e ’70, dalle forme semplici e funzionali dei loghi e dei pattern di quegli anni; passa per la grafica editoriale e risente dell’impronta imposta dalla progettazione di spazi espositivi, ponendosi, in ultima analisi, come una produzione artistica in costante evoluzione. Le sue opere spaziano dall’illustrazione alla grafica, dalla street art alla land art e raccontano il suo rapporto armonico con la natura.
Martina esplora nuove tecniche e materiali – sviluppando e affinando la sua tecnica negli ultimi anni attraverso l’uso di cera e smalto su supporti poveri come legno e carta – che riflettono la sua ricerca dell’equilibrio formale e dell’armonia geometrica, e cercando allo stesso tempo di definire una crudezza che ricorda la tipica casualità della natura, ma anche le regole invisibili che la attraversano.
Rappresentazioni naturali e immagini astratte coesistono nella sua arte in una continua ricerca di equilibrio dinamico, raggiunto quando linee rigorose e geometriche sono giustapposte al flusso di istinti e impulsi naturali. Da attenta ricercatrice della natura umana, Martina gioca con le linee geometriche, indagando la nozione di limite in modo sottile e raffinato. Perennemente in bilico tra razionale e irrazionale, l’artista utilizza tratti pittorici densi e simmetrici per natura per proseguire la sua ricerca.
Le opere di Merlini sono state esposte in tutta Europa e negli Stati Uniti, in Messico, Australia e Brasile. Ha partecipato a diversi eventi e festival, tra cui Living Walls, il primo festival di street art realizzato da donne, ad Atlanta, negli Stati Uniti nel 2012; ha preso parte al prestigioso Le Mur di Parigi nel 2015; ha realizzato una residenza a Queretaro, in Messico, in collaborazione con la Galerie Libertad nel 2017 e un progetto con il Consolato italiano in Brasile e il Museu Naciolal de Belas Artes di Rio de Janeiro nel 2019.
Una Bambola per Guardare da Vicino
Residenza d’artista di Pierre-Antoine Vettorello
parte del programma culturale di SuperOtium
Dal 15 al 25 febbraio 2024
Evento di restituzione 24 febbraio 2024 h. 16.00 – 20.00
Studio visit su appuntamento dal 15 al 24 febbraio 2024
C/O SuperOtium
via Santa Teresa degli Scalzi, 8 – 80135 Napoli
“Una Bambola per Guardare da Vicino” è il titolo della residenza d’artista che vede protagonista Pierre-Antoine Vettorello che dal 15 al 25 febbraio 2024 animerà gli spazi di SuperOtium (art residency space e boutique hotel).
Il 24 febbraio 2024 dalle 16.00 alle 20.00 presso SuperOtium sarà possibile partecipare all’evento pubblico di restituzione della ricerca dell’artista con la presentazione di un suo lavoro realizzato durante la residenza.
Per tutta la durata della residenza sarà possibile partecipare agli studio visit su appuntamento.
Questo progetto si inserisce nel programma di residenze d’artista curato da Nicola Ciancio per SuperOtium (progetto di Nicola Ciancio e Vincenzo Falcione) seguendo il tema Look Closer, un invito a guardare le cose da vicino per scoprirne i dettagli, le profondità, le imperfezioni ed entrare davvero in contatto con la città. Il programma di residenze ha ricevuto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.
Il progetto “Una Bambola per Guardare da Vicino” è prodotto con il supporto finanziario della Comunità Europea.
La ricerca di Pierre-Antoine si colloca tra il fashion design e l’arte, con un approccio critico ed estetico alle narrazioni sulle comunità diasporiche e sulla decolonialità. Il suo mezzo d’elezione è il tessuto, con l’uso di motivi e stampe. Il titolo della residenza deriva dall’impiego di bambole per esprimere una narrazione della storia della moda, ispirata dalla storica della moda di Saint-Louis Fatou Niang Siga, e da come queste figure in miniatura possano anche simboleggiare messaggi di esistenza e resistenza all’interno dell’ambiente urbano.
Durante la sua residenza a SuperOtium, l’artista approfondirà il tema look closer e presenterà un suo lavoro realizzato durante la residenza attraverso l’incontro con la comunità senegalese in primis e più in generale con le persone di cui incontrerà le storie. Partendo dall’esperienza storica delle donne senegalesi che hanno praticato l’artigianato tessile durante l’epoca coloniale, la ricerca dell’artista pone l’enfasi sul consentire l’emergere di narrazioni alternative e memorie collettive.
Principale ed indispensabile partner del progetto sarà Senaso, Impresa Sociale, fondata da Pierre Preira e Louis Benjamin Ndong, entrambi di origine senegalese, che vivono a Napoli da quasi 20 anni, e che hanno deciso di investire in creatività e opportunità sul territorio. Grazie al loro supporto Pierre Antoine, avrà la possibilità di dialogare con la comunità senegale a Napoli per sviluppare la sua ricerca. Grazie a Senaso e le altre organizzazioni coinvolte, l’artista potrà esplorare Napoli come crocevia di culture.
Per promuovere l’incontro fra la comunità creativa a Napoli e chi arriva da fuori, abbiamo invitato a collaborare una fitta rete di realtà legate al mondo dell’arte della cultura: Ex-Voto, radical public culture, promotore del progetto (che sviluppa progetti culturali e artistici a base partecipativa e reti come strumento di sviluppo collettivo), Altofest (festival interazionale di live art in stretto contatto con gli abitanti i cui spazi privati divento il luogo in cui si svolgono e sviluppano le performance), Circolo Scandinavo (associazione scandinava con sede a Roma che valorizza gli scambi culturali fra le regioni nordiche, l’Italia ed il resto del mondo), l’Arsenale di Napoli (startup culturale che genera un Museo della Cultura e delle Arti Immateriali di Napoli e della Campania), Progetto Museo (costituito da storiche dell’arte per tutelare, valorizzare e promuovere il patrimonio culturale e museale di Napoli), Silent Art Explore (progetto di promozione e supporto dell’arte contemporanea e dei lavoratori dell’arte), Studio Cervo (studio degli artisti Erika Nevia Cervo e Fabrizio Cicero che si apre e si incontra con la città attraverso l’organizzazione di mostre e progetti), Underneath the Arches/AquaAugusta (programma di arte contemporanea site specific nel sito archeologico dell’acquedotto di età augustea, nell’area di Borgo Vergini-Sanità).
Pierre-Antoine Vettorello è un designer, insegnante e ricercatore di dottorato presso la Sint Lucas School of Arts e l’Università di Anversa. Ha studiato tessile a Parigi, fashion design presso il Dipartimento di Moda di Anversa (MA) e ricerca artistica presso la Sint Lucas (MA) di Anversa. Nella sua attuale ricerca di dottorato, esplora l’intersezione tra moda e decolonialità, utilizzando foto di famiglia e tintura indaco per creare repliche di abiti indossati dalle donne senegalesi. Nel 2022, Vettorello ha condotto una ricerca sui negozi di tessuti africani nel quartiere parigino di Goutte d’Or, approfondendo la storia dei negozi di tessuti e il modo in cui essi danno forma alle narrazioni delle comunità diasporiche locali. Questa ricerca è sfociata in una mostra personale alla Cité Internationale des Arts di Parigi. Vettorello insegna all’Accademia Reale di Belle Arti di Bruxelles e all’Istituto Marangoni di Parigi.
SuperOtium è una casa nel cuore di Napoli, fondata da Nicola Ciancio e Vincenzo Falcione, pensata per accogliere turisti, artisti, viaggiatori e creativi. Un luogo di incontro dove convivono residenze per artisti, incontri, mostre e l’attività̀ ricettiva, per ispirare gli artisti e i creativi e mettere in discussione gli assunti dei viaggiatori, proponendo nuove prospettive attraverso cui guardare la città.
Il programma di residenze di SuperOtium ha visto, fra gli altri, Kensuke Koike, Pietro Gaglianò, Massimo Uberti, Hypereden, Bianca Felicori (Forgotten Architecture), Paz Ortùzar (in collaborazione con l’istituto Cervantes di Napoli) Giovanna Silva (in collaborazione con Lorenzo Xiques), Nuvola Ravera (in collaborazione con Made in Cloister), Blase (in collaborazione con ShowDesk), Yasser Almaamoun (in collaborazione con il Goethe Institut), Khaled El Mays (in collaborazione con Edit Napoli).
BIOS
SuperOtium è una casa nel cuore di Napoli, fondata da Nicola Ciancio e Vincenzo Falcione, pensata per accogliere turisti, artisti, viaggiatori e creativi. Un luogo di incontro dove convivono residenze per artisti, incontri, mostre e l’attività̀ ricettiva, per ispirare gli artisti e i creativi e mettere in discussione gli assunti dei viaggiatori, proponendo nuove prospettive attraverso cui guardare la città.
Il programma di residenze di SuperOtium ha visto, fra gli altri, Kensuke Koike, Pietro Gaglianò, Massimo Uberti, Hypereden, Bianca Felicori (Forgotten Architecture), Paz Ortùzar (in collaborazione con l’istituto Cervantes di Napoli) Giovanna Silva (in collaborazione con Lorenzo Xiques), Nuvola Ravera (in collaborazione con Made in Cloister), Blase (in collaborazione con ShowDesk), Yasser Almaamoun (in collaborazione con il Goethe Institut), Khaled El Mays (in collaborazione con Edit Napoli).
La nostra home gallery si arricchisce ad ogni incontro, residenza e collaborazione di opere in conto vendita o da visionare. Quello che accomuna tutte le opere scelte è la capacità di stimolare nell’osservatore la ricerca di nuovi punti di vista con cui guardare Napoli ma non solo.
Opera in conto vendita
per info project@superotium.it
BIO
Martina Merlini, nata nel 1986 a Bologna, è un’artista italiana che vive e lavora a Milano.
Il suo lavoro parte dall’influenza della grafica anni ’60 e ’70, dalle forme semplici e funzionali dei loghi e dei pattern di quegli anni; passa per la grafica editoriale e risente dell’impronta imposta dalla progettazione di spazi espositivi, ponendosi, in ultima analisi, come una produzione artistica in costante evoluzione. Le sue opere spaziano dall’illustrazione alla grafica, dalla street art alla land art e raccontano il suo rapporto armonico con la natura.
Martina esplora nuove tecniche e materiali – sviluppando e affinando la sua tecnica negli ultimi anni attraverso l’uso di cera e smalto su supporti poveri come legno e carta – che riflettono la sua ricerca dell’equilibrio formale e dell’armonia geometrica, e cercando allo stesso tempo di definire una crudezza che ricorda la tipica casualità della natura, ma anche le regole invisibili che la attraversano.
Rappresentazioni naturali e immagini astratte coesistono nella sua arte in una continua ricerca di equilibrio dinamico, raggiunto quando linee rigorose e geometriche sono giustapposte al flusso di istinti e impulsi naturali. Da attenta ricercatrice della natura umana, Martina gioca con le linee geometriche, indagando la nozione di limite in modo sottile e raffinato. Perennemente in bilico tra razionale e irrazionale, l’artista utilizza tratti pittorici densi e simmetrici per natura per proseguire la sua ricerca.
Le opere di Merlini sono state esposte in tutta Europa e negli Stati Uniti, in Messico, Australia e Brasile. Ha partecipato a diversi eventi e festival, tra cui Living Walls, il primo festival di street art realizzato da donne, ad Atlanta, negli Stati Uniti nel 2012; ha preso parte al prestigioso Le Mur di Parigi nel 2015; ha realizzato una residenza a Queretaro, in Messico, in collaborazione con la Galerie Libertad nel 2017 e un progetto con il Consolato italiano in Brasile e il Museu Naciolal de Belas Artes di Rio de Janeiro nel 2019.
Opera in conto vendita
per info project@superotium.it
BIO
Opera in conto vendita
per info project@superotium.it
BIO
Opera in conto vendita
per info project@superotium.it
BIO
Programma di residenza
Opera in conto vendita
per info project@superotium.it
BIO
Martina Merlini, nata nel 1986 a Bologna, è un’artista italiana che vive e lavora a Milano.
Il suo lavoro parte dall’influenza della grafica anni ’60 e ’70, dalle forme semplici e funzionali dei loghi e dei pattern di quegli anni; passa per la grafica editoriale e risente dell’impronta imposta dalla progettazione di spazi espositivi, ponendosi, in ultima analisi, come una produzione artistica in costante evoluzione. Le sue opere spaziano dall’illustrazione alla grafica, dalla street art alla land art e raccontano il suo rapporto armonico con la natura.
Martina esplora nuove tecniche e materiali – sviluppando e affinando la sua tecnica negli ultimi anni attraverso l’uso di cera e smalto su supporti poveri come legno e carta – che riflettono la sua ricerca dell’equilibrio formale e dell’armonia geometrica, e cercando allo stesso tempo di definire una crudezza che ricorda la tipica casualità della natura, ma anche le regole invisibili che la attraversano.
Rappresentazioni naturali e immagini astratte coesistono nella sua arte in una continua ricerca di equilibrio dinamico, raggiunto quando linee rigorose e geometriche sono giustapposte al flusso di istinti e impulsi naturali. Da attenta ricercatrice della natura umana, Martina gioca con le linee geometriche, indagando la nozione di limite in modo sottile e raffinato. Perennemente in bilico tra razionale e irrazionale, l’artista utilizza tratti pittorici densi e simmetrici per natura per proseguire la sua ricerca.
Le opere di Merlini sono state esposte in tutta Europa e negli Stati Uniti, in Messico, Australia e Brasile. Ha partecipato a diversi eventi e festival, tra cui Living Walls, il primo festival di street art realizzato da donne, ad Atlanta, negli Stati Uniti nel 2012; ha preso parte al prestigioso Le Mur di Parigi nel 2015; ha realizzato una residenza a Queretaro, in Messico, in collaborazione con la Galerie Libertad nel 2017 e un progetto con il Consolato italiano in Brasile e il Museu Naciolal de Belas Artes di Rio de Janeiro nel 2019.
Programma di residenza
Opera in conto vendita
per info project@superotium.it
BIO
Martina Merlini, nata nel 1986 a Bologna, è un’artista italiana che vive e lavora a Milano.
Il suo lavoro parte dall’influenza della grafica anni ’60 e ’70, dalle forme semplici e funzionali dei loghi e dei pattern di quegli anni; passa per la grafica editoriale e risente dell’impronta imposta dalla progettazione di spazi espositivi, ponendosi, in ultima analisi, come una produzione artistica in costante evoluzione. Le sue opere spaziano dall’illustrazione alla grafica, dalla street art alla land art e raccontano il suo rapporto armonico con la natura.
Martina esplora nuove tecniche e materiali – sviluppando e affinando la sua tecnica negli ultimi anni attraverso l’uso di cera e smalto su supporti poveri come legno e carta – che riflettono la sua ricerca dell’equilibrio formale e dell’armonia geometrica, e cercando allo stesso tempo di definire una crudezza che ricorda la tipica casualità della natura, ma anche le regole invisibili che la attraversano.
Rappresentazioni naturali e immagini astratte coesistono nella sua arte in una continua ricerca di equilibrio dinamico, raggiunto quando linee rigorose e geometriche sono giustapposte al flusso di istinti e impulsi naturali. Da attenta ricercatrice della natura umana, Martina gioca con le linee geometriche, indagando la nozione di limite in modo sottile e raffinato. Perennemente in bilico tra razionale e irrazionale, l’artista utilizza tratti pittorici densi e simmetrici per natura per proseguire la sua ricerca.
Le opere di Merlini sono state esposte in tutta Europa e negli Stati Uniti, in Messico, Australia e Brasile. Ha partecipato a diversi eventi e festival, tra cui Living Walls, il primo festival di street art realizzato da donne, ad Atlanta, negli Stati Uniti nel 2012; ha preso parte al prestigioso Le Mur di Parigi nel 2015; ha realizzato una residenza a Queretaro, in Messico, in collaborazione con la Galerie Libertad nel 2017 e un progetto con il Consolato italiano in Brasile e il Museu Naciolal de Belas Artes di Rio de Janeiro nel 2019.
Opera in conto vendita
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BIO
Pietro Costa inizia la sua pratica artistica a New York nei primi anni ’80, esplorando il rapporto tra immagine e oggetto, spazio reale e rappresentato, creazione artistica e rituale. Da allora ha indagato una vasta gamma di materiali e processi come luce, fuoco, gravità terrestre, il proprio sangue e il sangue dei donatori. Nel suo percorso di formazione biculturale l’uso di parole in alcune installazioni, esplora la pluralità dei significati. L’artista dichiara: – “Essenzialmente la mia pratica abita due universi, quello condiviso da tutti e l’universo individuale dentro ciascuno di noi.”
Il suo ultimo progetto /ri.tràt.ti / pôr trāts/ (aprile-luglio 2022) è stato esposto a Prato nel Museo di Palazzo Pretorio. La mostra e il catalogo, edito da Silvana Editoriale, sono stati curati da Chiara Spangaro, curatrice scientifico della Fondazione Aldo Rossi. Il lavoro di Costa è stato commissionato ed esposto da numerosi musei, gallerie e collezioni private negli Stati Uniti e in Italia. Ha lavorato a centinaia di mostre in tutto il mondo per le varie sedi del Guggenheim Museum, realizzando opere di grande scala per numerosi artisti tra cui Richard Serra, Dan Flavin e Mario Merz al fianco di noti curatori come Carmen Gimenez, Germano Celant e Walter Hopps. Dal 2002 è fondatore di due no-profit con base a New York: BACAS e Luquer Street Projects, con le quali contribuisce a numerosi progetti ad impatto sociale e ambientale.
Programma di residenza
Courtesy Collezione privata Giulio Raffaele / Silent Art Explorer
BIO
Sevana Holst è una scrittrice e poetessa visiva franco-americana. Ha studiato Storia alla Sorbona e Studi persiani all’INALCO (istituto di ricerca linguistica), iniziando la sua vita professionale come traduttrice e scrittrice indipendente.
Il suo lavoro si concentra sull’esplorazione dei limiti e dell’estetica del linguaggio attraverso la poesia visiva e concreta (ispirandosi ad altre poetesse visibili e tangibili, come Susan Howe, Paula Claire, Giulia Niccolai…). Attraverso il suo lavoro, l’autrice combina i regni visivi e letterari alla ricerca di una completa desacralizzazione del testo e dell’immagine.
Programma di residenza
Descrizione
You are my secret, è un’opera che appartiene alla categoria dell’#essere-spazio, si completa e si definisce solo attraverso lo sguardo dello spettatore riflesso nello specchio, è solo così che noi stessi diventiamo spazio, espandendoci anche se solo per un attimo all’infinito.
Mostra “Ŏpĕra meets SuperOtium”
Opera in conto vendita
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Descrizione
Luca Arboccò ripensa i codici linguistici dell’arte, esplora i limiti e le possibilità del mezzo pittorico, riposizionandone il ruolo nel flusso contemporaneo delle immagini.
Nell’opera realizzata per la rivista “Fuggi fuggi generale”, l’artista utilizza la pittura affascinato dalle possibilità del mezzo di ricreare la realtà in forme fittizie, ma allo stesso tempo si muove lucidamente in un presente in cui la rappresentazione avviene attraverso tecniche e supporti diversi, frutto di un continuo processo di evoluzione tecnologica.
Mostra “Ŏpĕra meets SuperOtium”
Opera in conto vendita
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Descrizione
La pratica di Angela si basa su indagini femministe e post-umaniste e spazia dal mezzo fotografico all’installazione ambientale. Le sue opere vogliono essere proposte simboliche per trasformare il vivere collettivo, instillando idee di commistione tra umano e non umano. In “Germogli nelle tue tasche”, l’artista attua una trasformazione, rivelando quella che potrebbe essere definita la fermentazione di un’immagine. L’opera di Angela non è quindi una semplice fotografia, ma racconta un cambiamento, un’inversione di prospettive sul mondo e una nuova possibilità di narrazione in cui l’universo intimo dell’individuo non può essere separato da un più ampio universo collettivo.
70×100 cm
grafite e olio su carta. edizione 1/1
Programma di residenza SuperOtium
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Descrizione: l’opera è composta da una serie di sinonimi che inizia con la parola verità e finisce con la parola nebbia. L’opera si inserisce nella ricerca dell’artista sul tema dei linguaggi e dei sistemi di misurazione, intesi come imposizioni autoritarie, fatte di infrastrutture e verità inamovibili.
Bio: Paz Ortúzar è un’artista visiva e ricercatrice interdisciplinare cilena, con una pratica di scrittura e traduzione. La sua attuale ricerca artistica si concentra sui sistemi di credenze, sul femminismo e sulla standardizzazione egemonica della conoscenza nei territori colonizzati. Attraverso la sua pratica cerca di comprendere e mettere in discussione verità fisiche, culturali e spirituali. Il suo lavoro è composto da opere basate sul processo.
95×150 cm
Acrilico su tela
Mostra Look Closer
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Descrizione: L’opera appartiene alla serie “Room14” il progetto di Erk 14 che ricerca l’uomo contemporaneo nel disordine degli effetti collaterali creati dal capitalismo. Capitalismo che, tramite il marketing, ha reso gli oggetti di uso quotidiano intrinseci di valore aggiunto per indurre le persone al loro consumo.
La bulimia consumistica ha reso le persone accumulatrici seriali, portandole ad attribuire agli oggetti un ruolo mnemonico ed emotivo.
In queste opere si rappresentano accumulazioni che tolgono spazio vitale a stanze private, all’interno delle quali nascono combinazioni inconsce attraverso cui gli oggetti raccontano storie uniche, perché basate sulla singola esperienza con essi.
Oggetti che diventano specchi per scoprire la nostra identità, accumuli di emotività per capire che prima di intraprendere qualsiasi cambiamento, bisogna comprendere chi siamo.
40 cm x 80 cm, olio su tela, supporto in legno
40 cm x 80 cm, olio su tela, supporto in legno
Mostra Look Closer
Opera in conto vendita
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Descrizione:
“Esserci” raffigura due persone in primo piano nel senso opposto, aventi i loro visi che guardano oltre, altrove. Due persone che vedono il mondo con occhi diversi l’un l’altra ma sono legati, le linee si intrecciano senza separarsi. L’essere vicino a qualcuno senza abbandonarsi.
“Fidarsi” raffigura due persone che si uniscono, si oltrepassano, si intrecciano. Sono due anime che si vogliono, che si desiderano e che si fidano. Viversi ogni attimo, ogni atomo.
installazione in misure variabili, composta da acquerelli su carta cotone, in formato 15,5×24,5 cm, con impressa la sigla “SOS”.
Mostra Look Closer
Opera in conto vendita
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Descrizione: SAVE OUR SOULS di Gianfranco De Angelis Aka 8Ki è un’installazione composta da 119 acquerelli su carta cotone, in formato 15,5×24,5, dove vi è impressa con un leggero incavo la sigla “SOS”. Questo lavoro dedicato al Mediterraneo vuole offrire due tipi di letture: la prima, di natura visiva, si coglie da lontano, apprezzando la suggestione marina data dalle molteplici sfumature bluastre dell’acquerello; la seconda invece, di natura riflessiva, si percepisce solo quando ci si avvicina all’opera e si evince di quante richieste di aiuto è pregno il “nostro” mare Mediterraneo.
stampa digitale e bomboletta spray su tessuto riciclato, dimensioni variabili, site-specific project per SuperOtium.
Mostra Look Closer
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Descrizione: “Dalla diretta esperienza paranoica e deviata delle case neomelodiche napoletane, di altarini e merletti dorati, i monacielli e le apparizioni mariane riappaiono nelle turbe delle notti passate nel web a cercare droga e sesso, e nei corpi e i tessuti della mia camera da letto.”
Statement
77×110 cm
collage, grafite e inchiostro ad alcool su carta
Mostra Loook Closer
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Descrizione: Ho partecipato alla Milano Drawing Week, mostra diffusa e dedicata al disegno moderno e contemporaneo, presentata annualmente dalla Collezione Ramo in collaborazione e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano. L’invito prevede che ogni artista, al quale viene assegnato uno degli spazi coinvolti nell’iniziativa, individui un’opera della collezione e metta la sua ricerca in dialogo con questa.
Negli spazi milanesi della galleria Ciaccia Levi, ho esposto il mio lavoro a colloquio con Skizo Corpus Philosofica (1974), un disegno di Gianfranco Baruchello che ha come soggetto un melo sezionato in quattro parti.
Da questo dialogo nacquero quattro disegni che ritraggono le parti del melo del maestro livornese sotto una lente organica, immaginandole come sezioni di un possibile corpo carnoso.
A questi disegni, si accostano quattro collage che invece si presentano come un rimando di questi ultimi in una dimensione mentale, empirica.
Volevo riflettere sull’ineluttabile condizione che ogni corpo subisce nell’essere di sé significante, senza citare nessun caso in particolare e, possibilmente, ironizzare sull’ingenua convinzione di poter stabilire e descrivere dei parametri che potremmo definire “comuni”.
Anello della vista è l’ultimo in successione nella serie dei collage.
Attorno alla sagoma di legno che campeggia sul foglio millimetrato, un ecosistema di segni viene descritto nello svolgersi dei moti che lo compongono: queste nuvole batteriche sono, per me, la grammatica con la quale l’immanenza del quotidiano –processato dalle immagini- scrive ogni giorno ciò che definiamo il nostro inconscio.
69,5×65 cm (n. 9 elementi 20,5×19 cm ciascuno)
stampa calcografica su carta Hahnemühle, stampa calcografica su tessuto di poliestere
Mostra Look Closer
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Descrizione: Il progetto che Martina Di Gennaro presenta per Look closerapprofondisce e sviluppa la sua ricerca sul tempo e la città, tornando indietro, fino alle origini, alla pietra porosa di tufo, fondamento antichissimo e precario insieme.
A Napoli nel corso dei millenni le eruzioni hanno creato, modificato e ricostruito la forma del paesaggio, gli strati di materia vulcanica sui quali e con i quali sarebbe stata edificata la città. Forse, ancora prima che la storia iniziasse, il tempo e la natura le avevano già impresso quel carattere indelebile di città molteplice e provvisoria.
Di Gennaro offre al nostro sguardo un’immagine sezionata e composita, Nei nove elementi che la formano, la stampa calcografica su tessuto si sovrappone – ma non aderisce – a quella su carta, lasciandola trasparire.
Strato su strato, a evidenziare la struttura della materia e a consegnarci la complessità di una messa a fuoco che sfugge di continuo. Sospesa tra intimità e dimensione sociale, tra leggerezza dei materiali e “peso” dell’immagine, quest’opera non poteva che avere un titolo polisemico: Abito.
30,7 x 21,3 cm
29,7 x 20,9 cm
28,5 x 20,9 cm
disegno
Mostra Look Closer
Courtesy Collezione Agovino
Descrizione: Opere dalla mostra “cecità, accecamento, oltraggio”, a cura di Sylvain Bellenger, Museo e Real Bosco di Capodimonte, 2022.
In dialogo con uno dei capolavori più noti della collezione del Museo e Real Bosco di Capodimonte, la Parabola dei ciechi (1568) di Pieter Brueghel il Vecchio, i disegni di Andrea Bolognino sono realizzati su carta a matita, carboncino, pastello, acquerello e acrilico diluito e aprono un’ampia riflessione sul rapporto tra arte e scienza, evidenziando la relazione tra rappresentazione artistica e conoscenza scientifica. L’inserimento di schemi e grafici, la simulazione del disturbo della visione (da cui i titoli dei tre disegni, Pioftalmia, Cheratectomia fotorefrattiva, Leucoma Corneale, osservando da sinistra della porta per poi spostarsi verso destra), l’uso di un disegno abbreviato e oscuro, sono tutti elementi che tracciano paesaggi di segni, forme e colori, che esplorano il tema della cecità intesa come possibilità di lettura dell’invisibile.
Opera in conto vendita
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BIO
Martina Merlini, nata nel 1986 a Bologna, è un’artista italiana che vive e lavora a Milano.
Il suo lavoro parte dall’influenza della grafica anni ’60 e ’70, dalle forme semplici e funzionali dei loghi e dei pattern di quegli anni; passa per la grafica editoriale e risente dell’impronta imposta dalla progettazione di spazi espositivi, ponendosi, in ultima analisi, come una produzione artistica in costante evoluzione. Le sue opere spaziano dall’illustrazione alla grafica, dalla street art alla land art e raccontano il suo rapporto armonico con la natura.
Martina esplora nuove tecniche e materiali – sviluppando e affinando la sua tecnica negli ultimi anni attraverso l’uso di cera e smalto su supporti poveri come legno e carta – che riflettono la sua ricerca dell’equilibrio formale e dell’armonia geometrica, e cercando allo stesso tempo di definire una crudezza che ricorda la tipica casualità della natura, ma anche le regole invisibili che la attraversano.
Rappresentazioni naturali e immagini astratte coesistono nella sua arte in una continua ricerca di equilibrio dinamico, raggiunto quando linee rigorose e geometriche sono giustapposte al flusso di istinti e impulsi naturali. Da attenta ricercatrice della natura umana, Martina gioca con le linee geometriche, indagando la nozione di limite in modo sottile e raffinato. Perennemente in bilico tra razionale e irrazionale, l’artista utilizza tratti pittorici densi e simmetrici per natura per proseguire la sua ricerca.
Le opere di Merlini sono state esposte in tutta Europa e negli Stati Uniti, in Messico, Australia e Brasile. Ha partecipato a diversi eventi e festival, tra cui Living Walls, il primo festival di street art realizzato da donne, ad Atlanta, negli Stati Uniti nel 2012; ha preso parte al prestigioso Le Mur di Parigi nel 2015; ha realizzato una residenza a Queretaro, in Messico, in collaborazione con la Galerie Libertad nel 2017 e un progetto con il Consolato italiano in Brasile e il Museu Naciolal de Belas Artes di Rio de Janeiro nel 2019.
22 x 64,5 cm
dattilografia su carta
Edizione 1/1
Programma di residenza SuperOtium
Opera in mostra
Collezione privata Silent Art Explorer – Giulio Raffaele
Sevana Holst è una scrittrice e poetessa visiva franco-americana. Ha studiato Storia alla Sorbona e Studi persiani all’INALCO (istituto di ricerca linguistica), iniziando la sua vita professionale come traduttrice e scrittrice indipendente.
Il suo lavoro si concentra sull’esplorazione dei limiti e dell’estetica del linguaggio attraverso la poesia visiva e concreta (ispirandosi ad altre poetesse visibili e tangibili, come Susan Howe, Paula Claire, Giulia Niccolai…). Attraverso il suo lavoro, combina i regni visivi e letterari alla ricerca di una completa desacralizzazione del testo e dell’immagine.
10 x 50 x 20 cm
Motore lineare, pompa ad aria e telaio in ferro smaltato. Edizione 1/1
Opera in conto vendita
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Descrizione: Sulla scia della fisica epicurea, Lucrezio parlò di clinamen per definire la deviazione casuale e infinitesimale degli atomi dalla loro linea verticale di caduta che provoca la collisione degli atomi e quindi la loro combinazione. Processi perturbativi che si sviluppano in una configurazione non intenzionale: questo è il principio della vita.
In una gamma così aperta di fenomeni disorientanti, un piccolo dispositivo meccanico ripete un gesto per avviare cambiamenti minimi e impercettibili, il cui risultato può diventare evidente in un momento imprecisato del futuro.
Bio: Collettivo damp è emerso come progetto non intenzionale nel 2017 dall’incontro di Alessandro Armento, Luisa de Donato, Viviana Marchiò, Adriano Ponte. La ricerca del gruppo ruota spesso intorno all’interesse per la temporaneità delle cose – dagli esseri viventi alle idee – e per il dialogo con le peculiarità dei luoghi, che spesso fa aderire il collettivo a residenze artistiche: Raccolta Lercaro, Bologna, 2020; Pavjlióen aan het Water, Rotterdam, 2020; Fabra i Coats – Fabrica de Creació de Barcelona, 2022; Casa degli Artisti, Milano, 2023.
Nel 2023 il collettivo ha lanciato Negozio, uno spazio progettuale rivolto agli inutili nel mezzo del mercato all’aperto di Portici, a Napoli.
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